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Notiziario straordinario
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21 aprile 2025

Gesù in vita era pulitissimo e profumava di Cielo. Non ha mai fatto lo scemo... come si è osato dire; né malizia, né finzione, né doppiezza può esserci nell'azione di Dio. La madre 'Maria' non era e non è per nulla una donna come le altre: si faccia avanti chi è stata visitata dall'arcangelo Gabriele per far nascere il foglio di Dio, perché scelta. Gesù disse al giovane ricco di osservare assolutamente i comandamenti se voleva aver parte al Regno dei Cieli. Gesù disse di Giuda Iscariota: un demonio, sarebbe stato meglio per lui non fosse mai nato, con tutta la misericordia possibile. Gesù è unico Signore, è Lui stesso a dirlo. Signore dell'Amore soprannaturale. Premesso questo umile pensiero su quanto si legge dal Santo Vangelo delle parole inviolabili di Gesù, considerando l'inviolabilità da Lui stesso stabilita.

Oggi, siamo tutti davvero affranti perché un grande uomo amatissimo ha lasciato questo mondo, un successore del Papa: Francesco. Il Cielo restituisca a Lui tutto l'Amore. Sappiamo che altri grandi uomini potranno succedergli, con lo stesso grande carisma, quali per esempio l'amatissimo Card. Matteo Maria Zuppi al quale auguriamo ogni bene. Certo è che, visto i tempi che viviamo, il Suo compito sarà davvero difficile al punto da essere forse inaffrontabile.

Al di là del fatto se Gesù fosse profumato o meno o dell'esibire al mondo una grande carità, essendo che l'esibire carità non è cristiano, è Gesù a dirlo:

20.000 sono i bambini dilaniati a morte nelle guerre in atto, migliaia i bambini mutilati a vita o senza più genitori, casa, terra, Stato. 500.000 i giovani militari morti. Potremo iniziare a contarli uno ad uno per renderci conto della misura: uno, due, tre.... Impiegheremo sei giorni e sei notti per contarli al ritmo di uno al secondo.

Inoltre 20.000 sono i migranti annegati nel Mediterraneo, 2 milioni in più i poveri proprio del tutto, nativi italiani, negli ultimi 10 anni, un cittadino ogni dieci in totale; impiegheremo un mese per contare i connazionali finiti nel baratro della  miseria più nera, in condizioni di disparità inaudite.

Non per tragico destino, ma per scelte umane.

In un mondo che naufraga nelle ipocrisie. Ogni singolo aereo che viaggia brucia all'aria libera ogni singolo giorno 9.000 litri di petrolio, 150 per passeggero, vera causa di inquinamento, e con un traffico in crescita progettato per aumentare a dismisura in un mondo progettato globale di merci circolanti anche le più superflue e di persone. I soffiatori per le foglie usati in città sollevano le polveri sottili più pericolose che impiegano minimo un mese per depositarsi al suolo causando danni inimmaginabili, causa primaria nascosta delle polveri sottili in alcune aree, tradotto: danni mortali. Alcol e droghe sono tra i prodotti più venduti; a 13 anni il 70% dei giovani ha fatto esperienza di droghe chimiche potenzialmente pericolose nel loro futuro. Le TV pullulano di violenza esplicita e aggressività verbale, la società è progettata sull'estrema competizione e spesso su iniquità e kafkiane burocrazie, poi ci si domanda sul perché di tanta violenza, sfiducia e denatalità. Ogni anno 80.000 separazione su 180.000 matrimoni. Ogni settimana capi di continenti parlano di guerra necessaria con la minaccia dell'uso di armi nucleari.

C'è da domandarsi: tu lo metteresti al mondo un figlio in un mondo così?

Possiamo auspicarci che almeno in Vaticano l'agenda e le tavole rotonde del futuro siano pertinenti ai tempi che viviamo, senza colossali ipocrisie.

È l'ora dell'Amore.
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© Emmanuel Davoce autore delle seguenti raccolte sul Vangelo
Autore di numerose opere sul cristianesimo

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Sintesi del messaggio cristiano
Unica garanzia di Amore, Verità e Pace? L'Umiltà
Al centro di tutto c'è l'Amore, è una Grazia ed è l'unico futuro possibile

 

 

 

 I commenti al Vangelo secondo Matteo ad opera di un frate domenicano vissuto a cavalo tra fine 1800 e inizio 1900. I testi derivano da testi del 1911 e sono tutti qui riportati e sono in fase di revisione in queste ore.

È iniziata l'opera di revisione del testo scansionato dal libro originale antico, sarà terminata in pochi giorni.
In questo momento i capitoli revisionati sono: cap. 1,  cap. 2, cap 3, cap 4

Nel libro sono in oltre presenti la versione in latino, la traduzione in italiano del Vangelo secondo Marco. È possibile visionare il libro accedendovi attraverso questo link.

 

 

Commento al Capitolo 1

 

1. La tavola genealogica di Gesù Cristo, colla quale si apre il primo Vangelo, costituisce il vincolo di unione tra il Vecchio e il Nuovo Testamento. Gli Ebrei davano grande importanza alle loro genealogie e le custodivano gelosamente: cosi sappiamo p. es. che Elisabetta discendeva da Aronne (Lue. I, 5), Anna da Aser (Lue. II, 36), Paolo da Beniamino (Filipp. III. 5). Una maggior cura dovevano avere per quella di Davide, dalla stirpe del quale aspettavano il Messia Liberatore.

S. Matteo fin da principio chiama Gesù figliuolo di David e di Abramo, e così Io caratterizza subito come il Messia. A Davide infatti era stato promesso un regno eterno (II Re VII, 14; Salm. LXXXVIII, 30), e i profeti avevano chiamato il Messia: " germe di Davide" (Ger. XXXIII, 5), e presso i Giudei Messia e Figlio di Davide erano diventati sinonimi (Mart. IX, 27; XII, 23 ecc.). Ad Abramo poi Dio aveva promesso : e Nel tuo seme saranno benedette tutte le nazioni della terra » (Gen. XXII, 18), e il Messia doveva essere l'erede di questa promessa, perché la redenzione da lui operata si estende a tutti i popoli.

2. Giada e i suoi fratelli. Giuda non era il primogenito di Giacobbe, ma viene qui nominato per il primo, perché a lui fu promessa la dignità reale (Gen. XLIX, 10), e da lui doveva nascere il Messia (Ebr. VII, 14). Vengono pure menzionati i suoi fratelli, che furono i capistipiti delle 12 tribù d'Israele.

3. Tamar. Benché nelle genealogie d'ordinario non si tenesse conto delle donne, tuttavia in quella di Gesù ne troviamo menzionate quattro; due ebree, (Tamar e Betsabea) e due pagane (Raab e Ruth). Si osserva ancora che Tamar, Raab e Betsabea furono peccatrici. I SS. Padri pensano che S. Manco abbia voluto ricordare queste quattro donne per far subito comprendere che Gesù era venuto a salvar tutti, giusti e peccatori, ebrei e pagani.

 

3-4. Esron Saasson Tra Esron e Naasson vi è lo spazio di circa 400 anni, che comprendono la dimora degli Ebrei nell'Egitto (Gen. XLVI, 12 ss.; Num. I, 7; Att. VII, 6). Siccome per tutto questo tempo non s! hanno che tre generazioni, si deve dire che siano stati omessi volontariamente nella genealogia di Gesù alcuni nomi intermedi! Questo stesso fatto si è pure verificato tra Salmon e Davide (v. 5), dove per uno spazio di più di 350 anni non si hanno che quattro generazioni.

 

6. Moglie di Uria è Betsabea.

 

8. Tra Ioram e Ozia vengono omessi i re Ochozia, Gioas e Amasia. Si pensa generalmente che S. Matteo di proposito abbia fatto questa omissione per avere il numero di 14 generazioni prima della schiavitù di Babilonia.

Gli Orientali omettono facilmente alcuni nomi nelle loro genealogie, sia per aiutare la memoria con simmetrie, sia perché il loro scopo non è tanto di far conoscere tutti i singoli ascendenti, quanto piuttosto di far notare la discendenza da certi illustri e famosi personaggi.

S. Matteo omise questi tre re a preferenza di altri, perchè essi furono empi, e discendevano da Atalia figlia dell'empio Achab e moglie di loram. Dio per mezzo di Elia aveva maledetta tutta la posterità di Achab (III Re XXI, 21) e sta scritto «che Dio fa vendetta dell'iniquità dei padri sopra i figli fino alla terza e quarta generazione » (Esod. XX, 5).

 

11. Giosia generò Gieconia e i suoi fratelli ecc. Anche tra Giosia e Gieconia si omette il re Ioachim. Gieconia infatti era figlio di Ioachim figlio di Giosia. Quest'omissione si deve al fatto che Ioachim era stato fatto re non dal popolo, ma da Nechao Faraone di Egitto.

Gieconia inoltre non ebbe fratelli propriamente detti ; quindi le parole : e i suoi fratelli, denotano i suoi parenti o zii, alcuni dei quali infatti regnarono.

La deportazione degli Ebrei in Babilonia cominciòad effettuarsi nel 606 ed ebbe termine nel 585 a.C. Gli Ebrei rimasero schiavi circa 70 anni, cioè fino al 536 a. C.

 

12. Salatiel generò Zorobabel. Secondo i Paralipomeni (lib. I, III, 19) Zorobabel sarebbe figlio di Padaia e nipote di Salatiel. Per spiegare questa divergenza siricorre o a un errore di copista nei Paralipomeni, oppure alla legge del levirato.

 

13. Abiud. I dieci nomi seguenti non si trovano più nei libri del V. T. ; ma dovettero essere tratti dai pubblici archivi. La famiglia di Davide era decaduta dalla sua grandezza e viveva povera e oscura.

 

16. Giuseppe sposo di Maria. L'Evangelista dandoci la genealogia di S. Giuseppe si conforma all'uso ebraico di non tener conto delle donne nelle tavole genealogiche; ma nello stesso tempo però ci dà ancora la genealogia di Gesù, poiché è indubitato che Maria SS. discendeva pure da Davide, come si deduce espressamente dalle parole di S. Paolo (Rom. I, 3 e Ebr. VII, 14) e dalle testimonianze degli antichi Padri (Tertull. De car. Cristi 22). Maria non aveva fratelli, e come tale doveva sposarsi a un suo parente, il quale con essa avesse l'eredità secondo la legge.

Giuseppe come padre legale di Gesù diede al Salvatore il carattere legale di discendente di Davide.

Maria in ebraico Miryam, probabilmente significa « Signora » o « Bella ».

Dalla quale nacque Gesù. Gesù fu concepito nel seno di Maria SS. per opera esclusiva dello Spirito Santo, e perciò l'Evangelista non dice che Giuseppe abbia generato Gesù. Giuseppe non fu padre naturale di Gesù : ma solo padre legale, in quanto cioè fu vero e legittimo sposo di Maria.

Il manoscritto siriaco Lewis-sinaitico ha la seguente variante « Giuseppe, u cui era fidanzata Maria la Vergine, generò Gesù ». Questa variante però è un errore evidente perchè in contraddizione coi v. 18-20.

Chiamato il Cristo. Cristo, (eb. Mashtah, donde Messia), signìfica Unto. In antico ungevano i re e i sacerdoti, e dai tempi di Daniele il nome Messia venne attribuito al Re e al Sacerdote per eccellenza annunziato dai profeti e aspettato da tuno Israele.

 

17. Per avere il numero di 14 generazioni fa d'uopo contare due volte Gieconia, una coi re di Giuda prima della trasmigrazione in Babilonia, l'altra cogli umili discendenti di Davide dopo la trasmigrazione.

Il 14 poi i un multiplo di 7, numero sacro presso gli Ebrei.

S. Matteo ha diviso la storia di Israele in tre periodi di 14 generazioni ciascuno; quello dei Patriarchi, quello dei Re, e quello dei Sacerdoti. In ogni periodo si ebbe una promessa solenne del Messia, nel primo ad Abramo; nel se- condo a Davide : nel terzo a Zorobabel per mezzo di Aggeo e Zaccaria. Col Messia Gesù comincia un nuovo ordine di cose.

 

18. Era uso presso gli Ebrei che la novella sposa continuasse ad abitare presso i suo! parenti, e solo più tardi si celebrasse la festa nuziale e venisse introdotta con pompa nella casa dello sposo.

Mentre dimorava ancora nella casa patema, lo sposo poteva liberamente trattare con essa, e per sciogliere il vincolo che li univa era necessario un libello di ripudio.

Tale era la condizione di Maria SS. Sposata a Giuseppe non era ancora stata introdotta solennemente nella casa di lui, quando fu mani- festa la sua gravidanza, la quale era però opera dello Spirito Santo. Niuno si meravigliava, essendo ella sposata, chi rimaneva sorpreso del fatto era Giuseppe.

 

19. Giuseppe ... essendo giusto... vale a dire zelante dell'osservanza della legge, non poteva accettare in ispoa una donna nelle condizioni di Maria ; ma d'altra parte, non potendo fondatamente dubitare della fedeltà di lei, non voleva esporla al disonore di darle un pubblico libello di ripudio, o di trascinarla davanti ai tribunali, dai quali sarebbe stata condannata alla lapidazione. Egli perciò pensava al modo di disfarsi segretamente di lei.

 

20. Ecco an angelo. Spesso nell'A. T. Dio aveva per mezzo degli angeli e dei sogni manifestata agli uomini la sua volontà (Gen. XX, 3; XXVIII, 12 ecc.). L'angelo chiama Giuseppe figlio di Davide, perchè in forza del suo matrimonio con Maria egli doveva dare il carattere legale alla discendenza Davidica di Gesù. Gli dice di prendere Maria in consorte, vale a dire di celebrare solennemente le nozze con lei e introdurla nella propria casa, e l'assicura che il mistero compitosi è opera dello Spirito Santo.

 

21. Gesù (dall'ebraico Iehoshua abbreviato in Ieshua) significa Iahve; è salvezza. Gesù fu Dio Salvatore, perché si fece uomo per redimerci 4alla schiavitù di Satana. L'Evangelista indica subito il carattere dell'opera messianica di Gesù. Egli non è venuto a liberare il suo popolo dalla servitù dei Romani, come falsamente pensavano i Giudei dovesse fare il Messia ; ma è venuto per distruggere il peccato e fondare un regno non politico e temporale, ma spirituale ed eterno.

 

22. S. Matteo, scrivendo per i Giudeo-cristiani, insiste nel suo Vangelo a far vedere compiute in Gesù C le profezie dell'A.T. riguardanti il Messia. Così ora dimostra che la Concezione soprannaturale di Gesù era già stata annunziata dal profeta Isaia.

 

23. La profezia di Isaia (VII, 14) viene ripor- tata secondo i LXX con qualche leggera differenza. Maria è la Vergine ( *H xapeévoe; ebr. hàalma) predetta ; il suo figlio Gesù è l'Emmanuele o Dio con noi, cioè Dio incarnato e fatto uomo.

Quasi tutti i cattolici e molti protestanti (p. es. Delitzsch, Weiss, Zahn, ecc.) riconoscono nelle parole di Isaia un passo direttamente messianico. Il profeta annunzia un segno straordinario ad Achaz : La Vergine concepirà, e partorirà un figlio. Ora non vi sarebbe nulla di prodigioso, se la Vergine avesse dato alla luce il figlio perdendo la sua verginità. Perciò è da rigettarsi l'opinione di quei pochi, che vorrebbero applicare le parole del profeta alla moglie dello stesso Isaia o a qualsiasi altra donna fuori di Maria SS., tanto più che i caratteri dell'Emmanuele (Isaia VIII-IX-XI) non possono convenire ad alcun uomo ; ma solo a Gesù Cristo.

 

24. La prese in consorte vale a dire la introdusse nella sua casa, celebrando con lei solennemente le nozze. Il fatto ebbe luogo dopo che Maria era tornata dalla visita a Elisabetta.

25. L'Evangelista insiste nuovamente sulla concezione e nascita verginale di Gesù. Egli perciò fa osservare che niun rapporto coniugale intervenne tra Giuseppe e Maria prima del parto. Che poi Maria SS. sia rimasta vergine anche dopo il parto, è una verità che si ha dalla tradizione dei Padri (Ignazio, Ad Ephes. XIX; ad Trall. IX; Giustino, Dial. 85; Apol. 31, 46; Ire- neo, Cont. haeres. 1. I, e. X, 1 ecc.) e dalla autorità della Chiesa. L'Evangelista non scrive la vita di Maria, ma quella di Gesù; quindi gli basta affermare esplicitamente la nascita soprannaturale del Salvatore.

Primogenito presso gli Ebrei si diceva il primo nato, anche se unico. Ciò avveniva, perché la legge ordinaria di riscattare il primo nato (Esod XXXIV, 19-20; Num. XVIII, 15). S. Matteo chiama Gesù primogenito, per far comprendere che al Figlio di Maria competevano tutti 1 diritti di Davide.

Si osservi però che i codici Vaticano e Sinaitico e pochi altri omettono questa parola: primogenito.